La notizia su tutti i giornali e telegiornali nel mondo è stata la morte di Giorgio Armani, ieri all’età di 91 anni. Mondo della Moda ed Armani fanno subito Milano, ma amava Roma dove portò le sue sfilate a Piazza del Popolo e sulla scalinata di Trinità dei Monti a Piazza di Spagna. Non solo Alta Moda lussuosa, ma anche jeans e maglioni adottati fin dagli Anni 80 dai primi Paninari che seppur nati a Milano ritrovandosi al bar Al Panino adottarono capi di abbigliamento in voga dai noi teenager romani come i capi El Charro nato a Roma che per primo importò i giubbotti di pelle Schott come il negozio Energie le Timberland.
La linea classica lusso “Giorgio Armani” dal 1975 ha vestito le star del cinema e dello sport, oltre ai costumi di scena realizzati per il teatro e film; poi “Emporio Armani” i giovani Anni 80 poi con EA7 (numero di Shevchenko nel Milan) e Armani Jeans; dal 1991 “Armani Exchange” per lo street-chic. Centinaia di negozi nel mondo o abbigliamento e accessori venduti attraverso negozi multibrand come in passato a Via del Corso “Energie” e oggi “Nuvolari” dove la Stefy mi regalò anni fa una maglia grigio Armani come io le presi una cintura indistruttibile per Qualità dei materiali oltre alla bellezza indiscutibile come il cappotto nero che le regalai.
Per tutti gli Anni Ottanta i testimonial involontari del marchio siamo stati noi suoi stessi acquirenti, specie noi Paninari, all’epoca tutti teenager e quindi dediti alla spensieratezza dell’età tra moto, motorini e ritrovi tra amici, contribuimmo a diffonderne il nome ed il logo ben cucito sulla tasca dei suoi jeans e non in vita come i Levi’s 501. Il logo Armani era in pelle con l’aquila e le sue iniziali GA ed insieme ai suoi maglioni in alternativa a quelli Stone Island o a Roma della Marina Yachting. Armani, ma solo per jeans e pullover, fu l’unico marchio di uno stilista di moda che entrò a far parte del dress code iconico dei Paninari Anni 80 insieme a marchi (oggi diciamo brand) che non erano invece di stilisti, ma che si erano guadagnati fama per l’eccezionale Qualità dei materiali e relativa durata compresi gli zaini Invicta: dagli scarponcini Timberland ai piumini Moncler, dalle vistose cinture western El Charro alle cerate da vela Henry Lloyd sostituiti nel tempo dal Barbour. Armani in quegli anni realizzava già abiti per tanti film che ne decretarono il successo e la fama molto più delle pubblicità giganti sparse sui muri delle città: da Roma e Milano fino a New York. Memorabile la scena del film “American Gigolo” con Richard Gere che sceglie l’outfit pescando da uno sconfinata cabina-armadio piena di camicie, abiti e accessori Armani: «molto più efficace di una campagna pubblicitaria» come lui stesso raccontava in una recente intervista.
Dal Duemila, anche in conseguenza degli ingenti incassi e disponibilità di ingaggi, Armani ha coinvolto per la promozione modelli e modelle e tra i tanti testimonial i più celebri sono stati i coniugi Beckham, Calvin Harris, Cristiano Ronaldo, Rafael Nadal, Megan Fox. Poi arrivarono collaborazioni con lo sport: il tennis, il calcio e soprattutto la pallacanestro, sport che prediligeva e che io stesso praticai in gioventù; con EA7 Emporio Armani Milano sponsorizzò la “Olimpia Milano” squadra milanese di pallacanestro più titolata d’Italia e tra le più vincenti d’Europa. Da ultimo ha disegnato le belle divise degli atleti italiani alle Olimpiadi di Tokyo, riconfermato stilista ufficiale per quelle ultime di Parigi della quale ho anch’io la polo ufficiale ritirata allo store in Via del Babuino https://youtu.be/AvhoCavS8do
Armani, concluso il servizio militare di leva, ancora incerto sul proprio percorso e destino trovò lavoro presso la ditta Nino Cerruti: uno dei maghi italiani dei tessuti. Nel 1965 il giovane Sig. Giorgio Armani, come amava continuare a farsi chiamare senza finti titoli da Dottore in chissà quale laurea, fu incaricato di immaginare gli abiti del futuro! Ad inizi Anni 80 i primissimi PANINARI come ricordato sopra ne adottarono i jeans con l’aquila in pelle cucita sulla tasca e non come targhetta rettangolare in vita gli altri marchi di jeans in auge dagli Anni 50 come ricordato anche nella canzone “Tu vuò fa l’Americano” del 1956 di Carosone col verso «Puorte ‘e cazune cu ‘nu stemma arreto..».
Ciò che noi Paninari della 2^ generazione, ossia liceali nella seconda metà Anni 80, chiamavamo Pan-look è l’odierno dress-code di outfit. Se oggigiorno passo ancora per P.zza Euclide, ma in completo Armani, il ricordo non può che andare a quando qui ci passavo o sostavo davanti al ritrovo tra bar e chiesa ancora teenagers ed ovviamente in jeans e maglioni Armani quando poi il sabato sia andava alla leggendaria discoteca Much More diventata ai miei tempi Acropolis. Seppur nel decennio Anni 80 il look si aggiornò con nuovi marchi quello di Armani rimane nel Cuore, proprio perché indossato dai primissimi Paninari a Milano in San Babila come a Roma in Piazza Euclide.
5 Settembre 2025
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